Design e progettazione: il ruolo del provider di PSP
I Patient Support Program – PSP – sono servizi integrati, fisici e digitali, che utilizzano soluzioni tradizionali e mezzi tecnologici innovativi per raggiungere il paziente e la sua famiglia, con l’obiettivo di migliorare l’aderenza alla terapia, quindi il controllo della malattia e la qualità della vita. Completamente differenti da altri servizi già esistenti, come per esempio l’Assistenza domiciliare integrata, i PSP non sostituiscono, ma integrano le attività del Sistema sanitario.
Ma come funziona la loro progettazione? E quale il ruolo di un provider di PSP? Vediamolo nel dettaglio.
Il design del PSP
I PSP sono caratterizzati da una gestione tecnologica, organizzata e competente necessaria anche per superare il parziale “vuoto normativo” tuttora esistente nel nostro paese. Ancora oggi, infatti, questi servizi sono regolamentati solo dall’articolo 4.7. del Codice Deontologico di Farmindustria, secondo il quale un PSP deve garantire la farmacovigilanza e assicurare la privacy del paziente, i cui dati personali possono essere utilizzati solo per il supporto fornito da un medico o da un operatore qualificato per la specifica attività. Le Aziende sanitarie ed i Medici esperti dei Centri di cura (“KOL”) sono coinvolte nel design dei PSP e hanno il compito di approvare il servizio.
Nella fase di disegno del programma è quindi essenziale rispondere il più possibile alle necessità dei pazienti, per fornire un servizio efficiente con un’ottimizzazione delle risorse. Il paziente deve essere educato alla corretta assunzione dei farmaci, inoltre va garantito un supporto psicologico, mantenendo al tempo stesso contatto con il medico del Centro, che ha il compito di supervisionare il percorso terapeutico e supportare la continuità di cura anche a domicilio.
Pazienti esperti e opinion leadership
Oltre alla figura del medico curante, nel design del PSP è essenziale il ruolo dei “pazienti esperti”, che possono partecipare all’advisory board in qualità di consulenti e di relatori, rappresentando un trait d’union tra le aziende, le associazioni di malati e i malati stessi. Come spiega Federfarma, queste figure di raccordo hanno una conoscenza diretta della patologia perché ne sono essi stessi affetti, inoltre possiedono specifica competenza ed esperienza in aspetti connessi a ricerca e sviluppo dei farmaci, attività regolatorie o di advocacy, con la capacità di promuovere e supportare le cause e le necessità di numerosi malati, in assenza di qualsiasi conflitto di interesse.
In fase di design del PSP è inoltre fondamentale il coinvolgimento dei KOL (Key Opinion Leader), medici e professionisti sanitari autorevoli, che si pongono come interlocutori privilegiati nei confronti dei pazienti: questi sanno di poter contare sulla correttezza delle loro informazioni grazie alla competenza e all’esperienza che li mette al riparo da informazioni distorte e fake news.
Servizi a misura dei patient needs
Conosciute le caratteristiche della progettazione, vediamo ora come vengono erogati i servizi nel PSP, a seconda della patologia e delle necessità. Tra i servizi territoriali ci sono l’onboarding del medico al Centro, per approfondire la conoscenza dell’operatore a cui il medico affiderà i propri pazienti, ma anche quello del paziente stesso, che viene in questo modo preso in carico e instaura un patto a tre con il medico e l’operatore. Inoltre sono fondamentali i percorsi di supporto specialistico a domicilio, che presentano diversi vantaggi:
- abituano all’auto-somministrazione di terapia
- forniscono supporto tecnico anche nell’uso degli strumenti digitali
- assicurano sostegno fisico o psicologico
- completano l’approccio supporto multidisciplinare integrato
- riducono disagio logistico e organizzativo.
I servizi remoti consistono nell’attività della Centrale Operativa alla quale si accede tramite un numero verde dedicato. Al primo contatto di welcome call rispondono operatori specializzati per fornire supporto tecnico all’utilizzo di device di auto somministrazione e segnalazioni di Farmacovigilanza. Particolare attenzione viene dedicata anche al caregiver, la persona che assiste il paziente, il cui corretto coinvolgimento fa davvero la differenza per quanto riguarda l’aderenza alla terapia. Al caregiver viene fornito supporto psicologico a distanza per incoraggiare a sostenere un impegno quotidiano, ma anche supporto di tipo tecnico, per esempio brevi training per imparare a somministrare correttamente la terapia.
Ancora, sono disponibili invii di sms o email di reminder e notifica evento, supporti tecnologici a medici e pazienti, portali web informativi e per comunicazione tra paziente, medico e PSP provider. Tutte queste attività sul territorio e da remoto si ispirano al modello Hub&Spoke già attivo nella sanità tradizionale, in un’ottica multispecialistica integrata tra grandi centri di riferimento e realtà locali che vantano esperienza nella cura di una determinata patologia.
Un servizio all’avanguardia
I PSP hanno grandi potenzialità e vantaggi, tuttavia la loro progettazione e messa in opera richiedono competenze precise e multidisciplinari, coinvolgendo medici, infermieri e altri operatori territoriali sanitari, per un intervento diretto oppure attraverso sistemi a distanza, come quelli messi a disposizione dalla telemedicina. Per questo il ruolo del provider di PSP è fondamentale e in questo campo Human AssistCare è specializzata, grazie ad un’esperienza pluriennale, con servizi integrati forniti da un team di program manager, oltre al supporto legale e tecnologico specifico e una Centrale Operativa sempre attiva. Una realtà all’avanguardia, con programmi realmente in grado di cambiare in meglio la qualità di vita di migliaia di persone: sia i pazienti affetti da patologie croniche, sia le loro famiglie.