Obesità e diabete: nuove frontiere terapeutiche e il ruolo dei programmi di supporto per i pazienti
L’obesità e il diabete mellito di tipo 2 rappresentano due delle più gravi epidemie sanitarie del nostro tempo, strettamente interconnesse da un rapporto bidirezionale che amplifica le complicazioni per la salute. L’incremento globale dei tassi di obesità ha infatti contribuito significativamente all’aumento dell’incidenza del diabete, evidenziando una relazione complessa che richiede un approccio terapeutico multidisciplinare. Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha fatto molti passi avanti nello sviluppo di nuove terapie farmacologiche per il trattamento del diabete e dell’obesità, offrendo ai pazienti opzioni più efficaci e con minori effetti collaterali. Parallelamente, l’importanza dei Patient Support Program (Psp) sta emergendo come elemento chiave nella gestione a lungo termine di queste patologie croniche, fornendo supporto continuo e personalizzato ai pazienti per migliorare l’aderenza terapeutica e la qualità della vita.
Il legame tra obesità e diabete
L’interconnessione tra obesità e diabete di tipo 2 ha portato alla nascita del neologismo diabesità che ben si adatta a circa 2 milioni di italiani contemporaneamente affetti da entrambe le patologie. A rafforzare il legame ci sono i dati che dimostrano come le persone in sovrappeso abbiano un rischio tre volte superiore nel sviluppare il diabete, mentre in presenza di un imdice di massa corporea (Bmi) superiore a 30 il rischio raddoppia negli uomini fino a 10 volte per le donne. L’obesità, caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo, infatti, è una delle principali cause di insulino-resistenza, fattore chiave nello sviluppo del diabete di tipo 2: malattia cronica legata a sua volta proprio alla risposta assente o attenuata delle cellule rispetto all’azione dell’insulina con la conseguenza di un’alterata metabolizzazione dei livelli di glucosio nel sangue. L’aumento del peso corporeo causa un aumento della glicemia e costringe il pancreas a produrre più insulina per compensare. Tale stress aggiuntivo sul pancreas può portare, nel tempo, a un esaurimento delle cellule beta, peggiorando ulteriormente il controllo glicemico e instaurando un circolo vizioso.
Impatto economico e criticità del sistema sanitario
La gestione dell’obesità diventa quindi fondamentale nella prevenzione e nel trattamento del diabete di tipo 2, poiché una riduzione del peso corporeo può migliorare significativamente la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di complicanze associate. Del resto anche i numeri del diabete sono in continua crescita (circa 4 milioni di persone colpite), con un elevato grado di rischio: il 90% dei pazienti ha più patologie e il 30% è esposto a complicanze cardiovascolari. Una situazione che impone massima attenzione alla comunità medico-scientifica e all’organizzazione sanitaria anche per gli alti costi prevalentemente riconducibili all’ospedalizzazione per complicanze: più di 13 miliardi di euro suddivisi in 59% di costi diretti e 41% di indiretti per l’obesità, e oltre 14 miliardi di euro annui solo per i costi diretti relativamente al diabete, che raddoppiano se si prendono in considerazione anche gli indiretti.
Nuove terapie farmacologiche
Sono diversi i traguardi raggiunti dalle terapie e alcuni farmaci per trattare l’obesità sono diventati particolarmente noti (agonisti del GLP-1). Tali farmaci, che permettono di ridurre significativamente il peso, hanno dimostrato di indurre importanti cali ponderali fino a rendere possibile agire sull’obesità resistente. Considerando che oltre 600 milioni di persone nel mondo e circa 23 milioni in Italia sono obese, i consumi di questi medicinali stanno crescendo in modo esponenziale (e con questi anche il loro uso inappropriato). Lo sviluppo di terapie per il dimagrimento, in ogni caso, sembra sempre più rilevante tanto che il valore dell’intero comparto si stima passerà dai 6 ai 100 miliardi di dollari entro il 2030. Tutti i fattori citati stanno determinando un forte aumento degli approvvigionamenti di farmaco sul territorio, con tutte le conseguenze che ciò comporta anche a livello economico e logistico.
Il valore aggiunto dei Patient Support Program
Ciò che però decreterà il successo delle terapie che nei prossimi anni saranno messe in campo, sarà la capacità di disegnare programmi di educazione per l’ingaggio all’aderenza al percorso terapeutico e all’adozione del corretto stile di vita per pazienti e caregiver. Questo è possibile affidandosi a provider di programmi di sostegno dell’aderenza qualificati e certificati che, affiancandosi alle aziende farmaceutiche, sapranno disegnare, personalizzare e implementare servizi dedicati ai pazienti ed ai loro caregiver assieme ai Kol dei Centri di cura. È proprio in questo frangente che entrano in gioco i Patient Support Program come quelli progettati e realizzati da Human AssistCare. Strumenti efficaci per aumentare l’aderenza terapeutica e, quindi, per assicurare il diritto alle migliori cure ai pazienti. I servizi applicabili, utili per l’educazione del paziente ed efficaci per il suo supporto, sono diversi, modulari e modulabili in funzione delle necessità dei singoli e possono includere anche:
- counselling infermieristico all’aderenza, per infondere nel paziente e caregiver la consapevolezza dell’importanza di rispettare il percorso terapeutico indicato dal medico curante;
- supporto psicologico al Paziente e counselling per l’accettazione di patologia e del percorso terapeutico;
- educazione e counselling alimentare, per un corretto stile di vita in funzione dei limiti imposti dalla patologia;
- educazione motoria per sostenere abitudini giornaliere sane e indicazioni sportive adeguate e personalizzate;
- digital services personalizzati con contenuti e tutorial dedicati all’utilizzo dei device, ma pensati anche per l’awareness sulla patologia, l’aderenza alla terapia e al loro impatto positivo sulla qualità della vita percepita da paziente e caregiver;
- servizi di monitoraggio diagnostico periodico a domicilio come prelievo ematico e altri esami di campioni biologici richiesti dal medico del
La gestione sia dell’obesità che del diabete di tipo 2 deve essere multidisciplinare e strutturata in funzione delle peculiarità del singolo paziente, sfruttando tutte le risorse disponibili: educazionali, farmacologiche, dietetiche, riabilitative fisiche e psicologiche. Questo modello richiede una rete collaborativa in cui medici di medicina generale, specialisti, infermieri, dietisti, psicologi e altri professionisti lavorano insieme, ciascuno apportando le proprie competenze specifiche.
Ogni professionista deve contribuire alla cura del paziente attraverso percorsi educazionali e assistenziali personalizzati, integrati e condivisi, monitorando attentamente gli indicatori di processo e gli esiti intermedi. Tale approccio integrato valorizza il contributo di ogni membro del team, mettendo al centro i bisogni del paziente e offrendo cure personalizzate. Inoltre, chiarisce i ruoli di ciascun attore coinvolto, evitando sovrapposizioni e garantendo interventi coordinati ed efficaci.
I Psp di HumanAssistcare e la telemedicina
Tra i vantaggi dei Patient support program (Psp), in particolare dei servizi di telemedicina destinati ai pazienti cronici, vi è la possibilità di fornire strumenti al medico del Centro per il monitoraggio a distanza del paziente. Ad esempio, una videochiamata o la condivisione dei dati con il medico curante tramite app consente un eccellente monitoraggio remoto, limitando il numero di accessi in ospedale del paziente e abbattendo l’impatto sulle liste di attesa. Inoltre, le nuove tecnologie permettono di superare barriere dovute a situazioni contingenti, garantendo il rispetto dei diritti dei pazienti, come l’accesso alle cure anche in aree remote. I Psp di Human AssistCare rispondono a questa necessità, offrendo un percorso educazionale per l’ingaggio e l’aderenza, aiutando pazienti e caregiver nel raggiungere un livello soddisfacente di autonomia. In sintesi, i Psp si confermano uno strumento educazionale essenziale nel percorso di cura del paziente cronico, massimizzando l’efficacia degli interventi del Centro di cura e stimolando i pazienti affinché seguano correttamente e regolarmente la terapia ed il percorso diagnostico terapeutico prescritto. Questo non solo migliora il loro benessere e la qualità della vita quotidiana, ma riduce anche gli sprechi e ottimizza l’uso delle risorse sanitarie, a vantaggio di tutti.