Aderenza alle cure e diritti dei malati: dati e utilità dei PSP

L’aderenza alla terapia è oggi tra i diritti riconosciuti a tutti i pazienti ed è una condizione necessaria per il controllo della patologia durante il percorso di cura. Per raggiungerla, il paziente deve riuscire ad osservare appieno le raccomandazioni del medico per quanto riguarda le dosi, i tempi e la frequenza dell’assunzione del farmaco per l’intero ciclo della terapia. Si tratta di un obiettivo possibile? Non sempre, soprattutto quando si parla di Pazienti non completamente autosufficienti o che vivono soli. Il discorso vale in modo particolare nel caso delle patologie croniche, che oggi si possono controllare efficacemente, ma richiedono una corretta assunzione della terapia e la sinergia di interventi di un team multidisciplinare che prevede la collaborazione tra medico curante, medico specialista e altri professionisti come  nutrizionisti, psicologi e fisioterapisti.

 

Cronicità e longevità: l’impatto per il futuro

Le malattie croniche riguardano una parte sempre più ampia della popolazione, anche in Italia: secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, queste patologie sono oggi in continua crescita, costituendo una importante causa di disabilità nei Paesi industrializzati, con notevoli costi sociali e sanitari.

Per questa ragione devono essere tenute sotto controllo efficacemente, come ribadito già qualche tempo fa dal Manifesto Europeo per l’aderenza alla terapia, presentato al Parlamento Europeo a Bruxelles dall’Associazione SIHA, una federazione che riunisce le associazioni impegnate a livello comunitario e internazionale sulle tematiche riguardanti le persone anziane con l’obiettivo di coordinare la loro azione in materia di salute, tutelando i loro diritti. In questo panorama, la corretta aderenza alla terapia risulta fondamentale, perché influenza in modo positivo la prognosi, migliora lo stato di salute del paziente e, in generale, la sua qualità di vita, con ripercussioni positive sul suo benessere. Inoltre, un’adeguata gestione delle patologie croniche permette di ridurre il rischio di ricoveri ospedalieri, con un impatto positivo anche su costi e risorse del Servizio Sanitario Nazionale.

 

Come garantire i diritti dei pazienti?

Oggi in Italia siamo ancora lontani dal raggiungere una soddisfacente aderenza alle cure. Secondo i dati del Rapporto OsMed dell’Aifa, l’aderenza media è bassa, ossia inferiore al 40% nei pazienti che seguono terapie per patologie croniche comuni.

La percentuale diminuisce ulteriormente nel caso degli anziani, che presentano spesso più di una cronicità e quindi devono assumere anche molti farmaci. In troppi casi, insomma, il diritto dei malati non trova una risposta concreta. Le ripercussioni negative sul paziente, con l’aumento delle complicanze, si riflettono anche in una crescita della spesa sanitaria, a causa dei ricoveri e degli interventi in urgenza dovuti proprio ad una bassa aderenza alla terapia.

Tuttavia, gli strumenti per favorire l’aderenza terapeutica e assicurare al paziente il diritto alla cura non mancano. Uno dei più efficaci, secondo una revisione effettuata da ricercatori del Cochrane Collaboration* prevede l’utilizzo di programmi di auto-monitoraggio e auto-gestione dei medicinali, soprattutto se accompagnati da percorsi educazionali che aumentano la consapevolezza dei pazienti riguardo alla malattia e le capacità di gestirsi in autonomia, come avviene con i PSP. Tra le soluzioni più promettenti si colloca la telemedicina, l’insieme dei servizi tecnologici e digitali user-friendly, sia per i pazienti che per  familiari e caregiver, che mettono in comunicazione rapida ed efficace i malati con medici e centro di cura.

 

I vantaggi dei Patient Support Program per l’aderenza terapeutica

I PSP, i Patient Support Program come quelli progettati e realizzati da Human AssistCare, sono strumenti efficaci per aumentare l’aderenza terapeutica e, quindi, per assicurare ai pazienti il loro diritto alle cure. In particolare nel contesto della cronicità, i PSP rispondono alle esigenze dei malati e dei loro familiari, mettendoli in contatto con i medici in tutte le fasi della presa in carico, dalla diagnosi al monitoraggio e alla gestione quotidiana della patologia.

Nel modello di Human AssistCare il paziente cronico è in contatto costante con il centro grazie alle soluzioni tecnologiche, che vanno dalla teleassistenza alla possibilità di condividere i dati con i medici in modo automatico, alla ricezione di alert per la corretta assunzione dei farmaci, fino al supporto 24 ore al giorno per le situazioni di emergenza.

Questo non solo garantisce una buona aderenza alla cura, ma riduce gli accessi ospedalieri impropri in caso di acuzie, permettendo un migliore utilizzo delle risorse sanitarie pubbliche. Così facendo, si contribuisce a responsabilizzare il paziente cronico anche tramite la trasmissione dei dati, che può essere automatizzata o realizzata manualmente dallo stesso paziente. Anche il Ministero della Salute del resto ha dichiarato che soluzioni di medicina digitale possono contribuire al miglioramento dell’offerta sanitaria e al benessere delle persone.

 

L’utilizzo dei PSP nelle malattie reumatiche croniche

L’utilità della telemedicina e dei PSP è condivisa anche da medici ed esperti, che si occupano quotidianamente di patologie croniche, come nel caso di ANMAR – Associazione Nazionale Malati Reumatici:

“La nostra Associazione ha sempre sostenuto l’utilità della telemedicina –  spiega la presidente Silvia Tonolo – e lo dimostra il fatto che abbiamo collaborato a un progetto della Società Italiana di Reumatologia, che prevede l’utilizzo del telemonitoraggio per i reumatologi già nel primo approccio con il paziente con artrite reumatoide o psoriasica, per fornire supporto e informazioni in merito alla gestione della patologia e garantire un confronto costante”.

Grazie a queste soluzioni, il paziente può restare in contatto con il reumatologo in qualsiasi momento, che si tratti di acuzie o di comorbilità. Il risultato è una migliore aderenza terapeutica e una maggiore condizione di benessere generale, anche restando presso il proprio domicilio. Tutto questo ha ripercussioni sul piano sociale, perché l’uso del PSP ottimizza la necessità di rivolgersi effettivamente al centro per una visita smaltendo le liste di attesa.

 

Quando la tecnologia colma il gap della distanza

Tra i vantaggi dei PSP e, in particolare, dei servizi di telemedicina proposti per i pazienti cronici c’è la possibilità di controllo e monitoraggio a distanza. Per esempio, una videochiamata o la condivisione dei dati con il medico curante attraverso app permette un eccellente controllo a distanza, evitando inutili accessi in ospedale e migliorando le liste di attesa, a vantaggio del Servizio Sanitario Nazionale. Non è tutto, perché le nuove tecnologie permettono anche di superare ostacoli di diversa natura, nel rispetto dei diritti dei malati.

In questo scenario, si stanno sperimentando progetti pilota che attraverso gli strumenti di telemedicina rendano possibile l’accesso alle cure anche in territori remoti, per consentire ai pazienti di interfacciarsi con i medici e con lo specialista di riferimento, riuscendo a seguire la terapia anche a distanza.

Queste opportunità rendono i momenti di formazione e di informazione ai pazienti cronici essenziali per raggiungere l’obiettivo di aderenza alle cure, soprattutto per gli anziani che possono avere più difficoltà. Questo può avvenire in diversi modi: dai tradizionali incontri direttamente a casa del paziente per spiegare come assumere la terapia, a contatti audio e video per chiarire dubbi e rispondere a domande, a programmi che possano avvisare sugli orari di assunzione della terapia e altro ancora. I PSP di Human AssistCare rispondono a questa esigenza, assicurando un percorso di educazione, engagement e training del paziente in favore della sua  autonomia, trasformandolo in soggetto attivo del proprio percorso di salute.

I PSP oggi si confermano uno strumento fondamentale, contribuendo ad assicurare i diritti dei malati, tra cui la possibilità di seguire correttamente e regolarmente la terapia. Questo aumenta il loro benessere, migliora la serenità quotidiana, riduce sprechi e ottimizza l’impiego delle risorse sanitarie, a beneficio di tutti.

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*Ryan R, Santesso N, Lowe D, Hill S, Grimshaw JM, Prictor M, et al. Interventions to improve safe and effective medicines use by consumers: an overview of systematic reviews. Cochrane Database Syst Rev. 2014;2014(4):CD007768.)